Pelléas et Mélisande
cent ans après: études et documents
Pelléas et Mélisande, fin dalla prima rappresentazione nel 1902, non ha mai smesso d’interrogare o ispirare compositori, interpreti e melomani, senza per questo svelarci tutti i suoi segreti. Come scriveva Debussy, “la bellezza di un’opera rimarrà sempre misteriosa, ossia non sarà mai possibile verificare esattamente ‘come sia fatta’”.
La sua unica opera rimane giustamente un evento rilevante e singolare nella storia del teatro lirico, poiché questo lavoro non suscitò un’immediata adesione generale a causa di tutte le sue particolarità che a volte sconcertano ancor oggi. Il tumulto scatenato dall’anteprima il 28 aprile 1902 poi dalla prima rappresentazione il 30 aprile è ben noto. Questo clima polemico costituì uno straordinario motore di diffusione dell’opera che è rimasta fino a oggi in repertorio in Francia e un po’ ovunque nel mondo. Pelléas et Mélisande non ha mai conosciuto eclissi e l’immagine di Debussy, compositore noto in circoli ristretti, ne risulta notevolmente modificata: l’autore di Pelléas diventa una figura cardine della creazione musicale e della storia del teatro lirico, il che può apparire un paradosso per un autore che non ha mai portato a termine alcuna altra opera.
È perciò opportuno interrogarsi nuovamente sull’immediata ricezione dell’opera e sulla sua eccezionale posterità, gettare nuova luce sulle sue concezioni, definire il posto che essa occupa nel repertorio e nel pensiero dei musicisti contemporanei.
Jean-Christophe Branger
Jean-Christophe Branger, docente abilitato e dottore in musicologia, è professore a contratto presso il dipartimento di musicologia dell’università di Saint-Étienne. I suoi lavori vertono sull’opera francese durante la Terza Repubblica e, più in particolare, sull’opera di Jules Massenet.
Sylvie Douche
Dopo gli studi di musicologia alla Sorbona e al CNSM di Parigi, Sylvie Douche consegue un diploma di terzo ciclo in storia dell’arte (Parigi-I Panthéon-Sorbona) e letterature comparate (Parigi-IV Sorbona). Docente abilitata, dottore e professore a contratto presso l’università di Parigi-IV Sorbona, s’interessa dei rapporti tra musica e testo letterario (articoli sulla mélodie) e pubblica prevalentemente sulla musica francese dell’Otto e Novecento; ha così curato di recente un volume dedicato a Maurice Emmanuel. Le sue ricerche riguardano anche il repertorio pianistico di quel periodo e gli studi interpretativi.
Denis Herlin
Direttore di ricerca al CNRS presso l’IRPMF, Denis Herlin è autore di tre cataloghi (Collection musicale François-Lang, 1993; Catalogue du fonds musical de la bibliothèque de Versailles, 1995; Catalogue de la collection musicale Hanson-Dyer, 2006), di una serie di articoli sulla musica barocca e sull’opera di Claude Debussy, nonché di varie edizioni critiche, in particolare le Pièces de clavecin en concerts di Rameau (1996 con Davitt Moroney) e i Nocturnes di Debussy (2002). Direttore delle Œuvres complètes di Debussy dal 2002, ha pubblicato con François Lesure l’edizione della corrispondenza generale del compositore (2005) e con Sylvie Bouissou e Pascal Denécheau i tomi I e II del Catalogue thématique des œuvres de Jean-Philippe Rameau.