Musique symphonique, musique pour piano
Ogni CD con libro della collana “Portraits” è dedicato a un compositore francese oggi misconosciuto e presenta, riunendo il talento di numerosi artisti, una ricca panoramica musicale sulla sua opera. I testi bilingui (francese/inglese) sono illustrati da una ricca iconografia inedita. I due primi volumi sono dedicati a Théodore Gouvy e Théodore Dubois.
Marie Jaëll è certamente l’espressione più completa di musicista ottocentesca che – nonostante le sue origini provinciali e i forti limiti sociali imposti agli artisti del suo sesso – abbia saputo farsi accettare come interprete virtuoso, compositore e didatta. Benché il sostegno di suo marito – il pianista austriaco Alfred Jaëll – sia stato importante nel decretare il successo delle prime composizioni per pianoforte, è da sola, armata di talento e perseveranza, che Marie ha affrontato nella seconda parte della sua vita il tumultuoso ambiente parigino, riuscendo a esserne singolarissima protagonista. Eppure, nonostante il suo metodo d’insegnamento sia ancora oggi praticato in diversi paesi, solo di recente ci si sta interessando alla sua musica, conservata per la maggior parte presso la Bibliothèque nationale et universitaire di Strasburgo: ecco perché questo CD con libro presenta tanto ambiziose composizioni sinfoniche quando una selezione del repertorio pianistico.
Il nostro ritratto di Marie Jaëll tende anche a completare la discografia già disponibile proponendo prime registrazioni assolute di composizioni rilevanti, comprendendo una buona parte del catalogo sinfonico (in particolare il Concerto per violoncello e orchestra e il Concerto per pianoforte e orchestra n° 2 in do minore, opera della maturità capace di rivaleggiare per interesse con le più celebri produzioni del genere). La Légende des ours – ciclo di sei mélodies umoristiche per soprano e orchestra – rivela poi una stupefacente capacità teatrale che lascia immaginare quanto Marie Jaëll avrebbe potuto fare del suo unico progetto operistico, Runéa, purtroppo incompiuto. Cionondimeno, non trascuriamo neppure il fatto che l’artista è stata innanzitutto una pianista di abile virtuosismo, attenta all’espressività oltre che alla bravura. L’intimismo dei due cicli Les Jours pluvieux e Les Beaux Jours, riconducibile alle Kinderszenen di Schumann, così come gli estratti più sperimentali di Ce qu’on entend... illustrano infine il versante semi-scientifico di un’autrice che a lavorato sul suono e sulla sua produzione con una vena melodica ascendente che quasi esaurisce il registro dello strumento.
Sommario del libro
Alban Ramaut, Marie Jaëll
Sébastien Troester, A passion for composing
Marie-Laure Ingelaere, Marie Jaëll through the eyes of her correspondents
Florence Launay, Marie Jaëll and the other women French composers from the end of the 19th century
Marie Jaëll, Music and Psychophysiology (excerpt)
Marie Jaëll, The Rhythms of the Gaze and the Dissociation of the Fingers (excerpt)
La Légende des ours (poem)