Le Tribut de Zamora
ORCHESTRA DELLA RADIO DI MONACO DI BAVIERA
Hervé Niquet direzione
con Jennifer Holloway, Judith van Wanroij, Edgaras Montvidas, Tassis Christoyannis, Boris Pinkhasovich, Juliette Mars, Artavazd Sargsyan, Jérôme Boutillier
Dopo Polyeucte (1878), Gounod affronta lʼopera lirica per lʼultima volta nel 1881 con il suo lavoro sicuramente più ambizioso: Le Tribut de Zamora. Lʼazione si svolge nel IX secolo in Spagna, e in particolare, a partire dal secondo atto, in un «luogo pittoresco sulle rive del Guadalquivir, di fronte a Cordova». Gounod, noto fino a quel momento soprattutto per i suoi pastiches neoclassici (Le Médecin malgré lui e Cinq-Mars) e per il suo ardente romanticismo (Faust e Roméo et Juliette), ha qui l'occasione di dimostrare il proprio talento di orchestratore e di colorista in un soggetto di carattere esotico, e produce un peplum nella tradizione del grand opéra alla francese, con abbondanza di pezzi dʼinsieme e arie virtuosistiche. Nonostante il netto successo ottenuto in occasione della prima e il travolgente inno nazionale «Debout! Enfants de l’Ibérie», Le Tribut de Zamora sprofondò nellʼoblio dopo pochi decenni. In questʼopera si apprezza proprio ciò che alcuni detrattori le rimproverarono: lʼirresistibile lirismo del Faust e di Roméo et Juliette.
Sommario del libro
Gérard Condé, Gounod’s last opera
Gunther Braam, The reception of 'Le Tribut de Zamora'
Rémy Campos, An opera for the eyes
Pierre Sérié, So near and yet so far: Spain and its painters in nineteenth-century France
Sinossi
Libretto