Aimer Chopin
Per quanto mi ricordi, ho sempre amato la musica di Chopin. Così, quando si ama Chopin, e forse perché si ama Chopin, è difficile parlarne. La disperazione del creatore, Chopin l’ha conosciuta. Quale dev’essere allora la disperazione di chi cerca di scrivere su di lui e sulle sue opere, quando ha solo la povera parola a sua disposizione! Molto spesso, lo confesso, non ho avuto fiducia in me stesso e nell’unico linguaggio al quale potevo ricorrere. Come Felix Mendelssohn, sono convinto che “un’opera musicale esprime un concetto non già troppo vago, bensì troppo preciso per essere tradotto in parole”.
Valzer dell’addio, Preludio della goccia d’acqua, Studio rivoluzionario… Questi titoli fanno un po’ parte della mia vita interiore e ho deciso di riprenderli come altrettanti paletti in questa traversata della vita e dell’opera di Chopin. Egli stesso ha preso le distanze da questo genere di titoli, ma non ha rinunciato, in una forma più discreta, al potere di suggestione delle parole… Oggi non è più necessario lottare per imporre Chopin. Pochi compositori godono di un prestigio altrettanto universale. Ma non è vietato volere farlo amare, o meglio amare ancora. Questo è l’unico intento del libro.
Pierre Brunel, professore emerito di letteratura comparata all’Università di Parigi-Sorbona, ha dedicato parte delle proprie pubblicazioni alla relazione tra letteratura e musica: edizione commentata di novelle “musicali” di Balzac, Sarrasine, Gambara, Massimilla Doni (Gallimard, folio, 1995), della Vie de Rossini di Stendhal (pubblicazione, 1987; nuova edizione Gallimard, folio, 1992), volumi composti di studi su scrittori e compositori (Les Arpèges composés, Klincksieck, 1997, Basso continuo, Presses universitaires de France, 2001). Ha fondato assieme a Xavier Darcos la collana “Musique et Musiciens” presso le PUF, e ha diretto vari dizionari dedicati ai miti, in particolare il Dictionnaire de Don Juan (Robert Laffont, Bouquins, 1999).