À travers chants

Tascabili
Hector Berlioz
Emmanuel Reibel
Symétrie |Palazzetto Bru Zane, 2013
Hector Berlioz
375 pagine
francese
978-2-36485-029-3

"Essere o non essere, questo è il dilemma. Se sia più nobile soffrire nell’animo le opere scadenti, i concerti ridicoli, i virtuosi mediocri, i compositori invasati, o prendere le armi contro un mare di guai e, contrastandoli, dar termine ad essi? Morire... dormire... nulla più. E con tale sonno dire che poniamo fine allo strazio dell’orecchio, al patimento del cuore e della ragione, ai mille dolori imposti dall’esercizio della critica ai sensi e all’intelletto nostri! Questo l’esito al quale dobbiamo con ogni forza ambire... Morire... Dormire. Dormire... Avere incubi forse... Sì, questo è il travaglio. Sappiamo forse quali torture proveremo in sogno, in quel sonno della morte, quando ci saremo liberati del greve fardello dell’esistenza, quali folli teorie dovremo esaminare, quali partiture dissonanti ascoltare, quali imbecilli elogiare, quali oltraggi vedremo infliggere ai capolavori, quali stravaganze verranno favorite, quali mulini a vento scambiati per giganti?"
(Hector Berlioz: To be or not to be - Una parafrasi)

 

Per il grande pubblico Berlioz incarna da solo il romanticismo musicale francese. La sua Symphonie fantastique (1830), eseguita pochi mesi dopo la“battaglia di Hernani” e la Rivoluzione di Luglio che ispira a Delacroix La Libertà che guida il popolo, costituisce un “Manifesto del romanticismo” quale viene inteso da Berlioz: la forma, concepita in funzione dell’“idea”, si emancipa dalle strutture prestabilite; l’orchestrazione di un’originalità senza precedenti traduce il “vago delle passioni” e stimola l’immaginazione visiva dell’ascoltatore. Le audacie del compositore incontreranno numerosi ostacoli, che in compenso alimenteranno l’invenzione di nuovi mezzi espressivi. Dopo l’insuccesso di Benvenuto Cellini (1838) Berlioz elabora le singolari forme drammatiche di Roméo et Juliette e de La Damnation de Faust. Nell’intento di difendere la propria musica e quella dei compositori che ammira, egli scrive recensioni che rivelano un notevole talento letterario, prende in mano la bacchetta e diventa uno dei maggiori direttori del proprio tempo. La virulenza con cui denuncia l’accademismo non deve tuttavia far dimenticare la sua solida formazione con Reicha (contrappunto) e Le Sueur (composizione) al Conservatorio di Parigi. Berlioz si presenta per cinque volte al concorso per il prix de Rome (vinto nel 1830), di certo indispensabile per farsi eseguire all’Académie royale de musique. Appassionato di Beethoven e Weber, Shakespeare e Goethe, Berlioz venera anche Gluck e l’opéra-comique settecentesco, s’ispira a Virgilio per Les Troyens. Poiché in lui l’ardore delle passioni si accompagna sempre alla disciplina della ragione.

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